Padre Pancrazio

Il piccolo Nicola

Nicola Gaudioso, nacque a Bari il 15 novembre 1926 in via Durazzo, sesto e ultimo figlio di Domenico Gaudioso e Giovanna Vavallo.

Fu battezzato il 30 gennaio 1927 nella chiesa di sant’Antonio, nel rione “Madonnella”, allora nuovo quartiere di Bari che prendeva il nome da un’edicola, ancora oggi visibile, con un bassorilievo in terracotta raffigurante la Madonna.

Il papà morì ancora giovane, agli inizi degli anni ’30, di tumore polmonare, lasciando la giovane moglie e sei figli: due femmine (Giovanna e Angela) e quattro maschi (Vito, Leonardo, Giuseppe e il piccolo Nicola).

La famiglia Gaudioso, povera ma molto dignitosa, si ritrovò quindi a reggersi sul lavoro di mamma Giovanna, che cuciva abiti per la “Quarta Zona Aerea Territoriale di Bari” (nome dell’area militare per la quale Giovanna lavorava).

Il piccolo Nicola passò la sua infanzia sulle strade della Bari di quegli anni. Tra le altre cose prestava il suo servizio alla parrocchia: faceva apostolato tra gli amici, ne portava diversi in chiesa affinché seguissero le funzioni, ed era capo dei chierichetti sotto la guida del parroco don Antonio Carucci.

In convento

Entrò in convento a soli tredici anni, il 10 dicembre 1939, giorno dedicato alla Madonna di Loreto. Fu la mamma, che desiderava avere un figlio sacerdote, ad avviarlo a questa vocazione ed egli ben volentieri assecondò il suo desiderio. Ella si era confrontata sull’ordine religioso con padre Pio: dopo una richiesta fatta ai Carmelitani, ma senza riuscita, e dopo aver scartato la possibilità di entrare nel seminario diocesano, che era a pagamento, venne scelto l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini che per una scelta di povertà non avrebbero chiesto un finanziamento. Ella desiderava mandarlo nella provincia del santo del Gargano, ma lui stesso le consigliò di lasciarlo nella provincia di Puglia.

P. Pancrazio stesso raccontava come fu la sua partenza da casa. Quel giorno mise le poche cose che aveva in una federa di cuscino, che fece da sacca da viaggio. Sua mamma aggiunse anche la sua corona del rosario e un pezzo di pane che lui non mangiò perché aveva lo stomaco chiuso. Mamma Giovanna, nel salutarlo, lo affidò alla B.V. Maria con queste parole:

“Buon viaggio; da ora in poi tua madre è la Madonna.”

La prima notte al convento di Barletta, il piccolo Nicola sentì la mancanza della mamma e, senza farsi vedere dagli altri, coprendosi con il lenzuolo, scoppiò a piangere. Quella notte sognò la Vergine Maria che gli promise di essergli mamma e di aiutarlo nel cammino, proprio come gli era stato detto da sua madre Giovanna.

Pancrazio

Dopo gli anni a Barletta, dove completò le scuole medie, Nicola svolse il postulato a Giovinazzo (BA) e il 13 maggio 1942, giorno del suo ingresso in noviziato presso il Convento di Alessano (LE), vestì l’abito religioso come fratello laico. Gli fu dato il nome di Pancrazio (dal martire san Pancrazio, giovane cristiano martirizzato all’età di quattordici anni a Roma il 12 maggio del 304) dal momento che lui era il più giovane dei novizi. P. Pancrazio fu contento del nome ricevuto perché quel santo, pur essendo così giovane, aveva testimoniato la sua fede fino al martirio.
Come novizio svolgeva varie e umili mansioni come quella del calzolaio, del cuoco, della cura dell’orto e della questua: si adoperò per ricoprire sempre l’ultimo posto perché sapeva che lì avrebbe incontrato Gesù.

Dopo l’anno di noviziato, il 19 giugno 1943 fra Pancrazio emise la prima professione religiosa ad Alessano nelle mani di p. Arcangelo da Barletta; era presente solo la madre. A novembre di quell’anno venne destinato alla comunità di Scorrano (LE), dove svolse l’attività di cuciniere.
Successivamente, nel marzo del ’46 fra Pancrazio venne trasferito provvisoriamente a Giovinazzo e da lì, il 1° aprile 1946 partì per Loreto.

Il 23 novembre 1947 emise in Santa Casa la professione perpetua nelle mani del rettore del Santuario, p. Sebastiano da Potenza Picena.

Gli anni a Loreto

Durante gli anni lauretani si occupò di varie mansioni: dal 1946 al 1959 si dedicò alla custodia della Santa Casa curandone la pulizia, l’ordine e l’apertura e chiusura e prestò servizio presso il bancone delle Sante Messe; dal 1960 al 1964 ebbe l’incarico di occuparsi del refettorio della comunità cappuccina che comprendeva circa novanta membri; dal 1964 al 1967 fu portinaio.

Fra Pancrazio rimase nelle Marche trentaquattro anni: prima visse a Loreto (aprile 1946 – settembre 1967) poi a Recanati (settembre 1969 – settembre 1973) e infine a Civitanova Marche (settembre 1973 – maggio 1982).

Dal settembre 1967 al settembre 1969 visse presso il convento di via Abbrescia a Bari.

A Loreto si dedicava anche all’accoglienza dei pellegrini e dei diversi figli spirituali di san Pio da Pietrelcina che, in viaggio per o da San Giovanni Rotondo, si fermavano nelle Marche per incontrarlo. Taluni erano espressamente mandati da p. Pio e iniziarono così ad intrecciare rapporti di amicizia o di vera e propria direzione spirituale con fra Pancrazio.

Fu durante il periodo lauretano, infatti, che avvenne la conoscenza diretta con san Pio da Pietrelcina. Il primo incontro avvenne il 1° aprile 1950 e in quell’occasione ne divenne figlio spirituale; poi ne seguirono altri fino al 1968, con una frequenza di due o tre all’anno, a volte anche di più. La figura di p. Pio fu per fra Pancrazio un tassello determinante per il proprio cammino personale e anche per la fondazione della Fraternità Francescana di Betania, sia in qualità di padre spirituale che come modello e ispiratore.

L’incontro del 20 ottobre 1959 è quello del “testamento spirituale”. Fra Pancrazio, dopo una confessione, chiese a p. Pio un programma di vita, che il santo del Gargano gli fece consegnare dopo tre giorni, scritto a tergo di un’immaginetta. Così recitava:

“Non sii talmente dedito all’attività di Marta da dimenticare il silenzio di Maria, la Vergine Madre che sì ben concilia l’uno e l’altro ufficio ti sia di dolce modello e d’ispirazione”.

Fra Pancrazio fece subito suo questo programma di vita e lo custodì per circa vent’anni, interrogandosi sulla volontà di Dio nascosta in quelle parole. Con il tempo sentì e capì che il contenuto di quello scritto non era solo per lui. Sarebbe diventato infatti il principio costitutivo del carisma della Fraternità Francescana di Betania.

Nell’ultimo incontro con san Pio, nel luglio del 1968, questi disse a fra Pancrazio:

“Figliolo, è volontà di Dio che diventi sacerdote. Dipende da te. Comunque farai la volontà dei superiori.”

Così, il 18 marzo 1973 fra Pancrazio venne ordinato sacerdote a Loreto.

la Fraternità Francescana di Betania

In quegli anni diverse persone si affidavano a p. Pancrazio per la direzione spirituale e ricorrevano a lui per una parola di conforto, una preghiera. Egli sentiva in sé l’esigenza di insegnare loro l’unica cosa che fosse importante per la personale crescita spirituale: pregare, ma soprattutto pregare insieme.

La ricerca di questo forte flusso di preghiera portò p. Pancrazio ad abbracciare il movimento del Rinnovamento nello Spirito, organizzando convegni molto partecipati e riunendo i suoi figli spirituali sparsi per l’Italia e il Ticino in gruppi di preghiera, che chiamò Gruppi “Ancilla Domini” a motivo del tratto mariano e lauretano. Questi gruppi di preghiera divennero in un primo momento parte del nascente Rinnovamento nello Spirito, ma con il tempo acquisirono una loro autonomia e una propria identità carismatica.

Dal gruppo di Civitanova, sorto nel 1974 e da lui personalmente seguito e guidato, nacque il primo nucleo della Fraternità Francescana di Betania. Alcuni membri, infatti, che poi sarebbero stati tra i primi fratelli e sorelle della Fraternità, si incontravano più spesso nel convento dei Cappuccini di Civitanova Alta in compagnia di p. Pancrazio. Gli appartenenti a questo “gruppo ristretto” sentivano sempre più chiaramente il desiderio di fare insieme un cammino, al fine di realizzare una comunione di vita e quindi una vita fraterna stabile. Sognavano di vivere nello stesso condominio, poi pensarono ad altre forme di condivisione, finché un giorno, durante una preghiera in casa di alcuni di loro, aprendo la Bibbia uscì il passo degli Atti degli Apostoli 2, 42-47 che descriveva la vita della primitiva comunità cristiana. Questo passo fu letto come l’espressione della volontà di Dio e nacque così l’intenzione di condividere una vera e propria “vita comune”.

Nel 1982 avvenne la fondazione della Fraternità. Il 30 maggio, giorno di Pentecoste, nel convento di Terlizzi (BA) seguì l’insediamento ufficiale della prima Comunità.

Il primo passo di questo nuovo cammino fu la costituzione in Associazione civile denominata “Casa Betania” nel 1983.

Nel 1985 ci fu il riconoscimento, da parte del Servo di Dio Sua Ecc.za Mons. Antonio Bello, allora Vescovo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, come Associazione privata di fedeli sempre con il nome di “Casa Betania” e nel 1987 come Associazione pubblica di fedeli.

Lo stesso Mons. Antonio Bello, che accompagnò la Fraternità nei primi dieci anni di cammino, il 1° dicembre 1992 consultò la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica chiedendo l’erezione dell’Associazione pubblica di fedeli “Casa Betania” in Istituto di Vita Consacrata di diritto diocesano con il nome di “Fraternità Francescana di Betania”.

Con l’autorizzazione della competente Congregazione vaticana, l’8 dicembre 1998, solennità della B.V. Immacolata, il nuovo Vescovo della Diocesi, Sua Ecc. za Mons. Donato Negro, firmò il decreto presso la Casa Madre della Fraternità, a Terlizzi.

P. Pancrazio raccontava che, sino a quella data, ogni giorno rivolgeva a Dio questa preghiera in riferimento alla Fraternità: “Signore, se non è opera tua distruggila”, smettendo solo quando la Chiesa ebbe messo il suo sigillo, perché l’approvazione della Chiesa era garanzia della volontà di Dio.

P. Pancrazio è stato Superiore Generale della Fraternità Francescana di Betania dal 1999, anno della celebrazione del I Capitolo Generale Ordinario dell’Istituto, al 2011. In seguito ha continuato a vivere con i fratelli e le sorelle della Fraternità nella casa di Terlizzi, avendone avuto permesso dal suo Provinciale, partecipando a tutti i Consigli generali dell’Istituto come invitato, in qualità di fondatore.

P. Pancrazio muore all’età di 89 anni la mattina del 3 gennaio 2016, circondato dall’affetto e dalla preghiera dei fratelli e delle sorelle della Fraternità e lasciando come testamento l’esortazione all’unità.

Uno dei suoi ultimi pensieri fu: 

«Siate uniti, siate uniti perché la Fraternità possa avere continuità. Non cercate un mio testamento; non ho fatto nessun testamento. Il mio testamento è quello di Gesù: “Siano una cosa sola”. Non ho da aggiungere niente, vi ripeto le parole di Gesù. Non c’è testamento più bello.»
Il funerale è stato celebrato nella cappella esterna della Casa di Terlizzi il 5 gennaio, alla presenza di più di duemila persone.

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