Ogni anno, arriva il desiderato appuntamento del campo estivo dei Giovani di Betania e del ritiro-vacanze per famiglie e amici, per chiunque desideri trovare ristoro dalle fatiche quotidiane nell’amore di Dio, nella condivisione fraterna e semplice di una settimana insieme. Una ragazza universitaria, una famiglia e un’oblata della Fraternità ci raccontano com’è andata a Nocera Umbra.
Un’esperienza concreta di Cristo
L’esperienza che ho vissuto al campo estivo è stata davvero speciale. Mi ha permesso di approfondire in maniera più intima il mio rapporto con Gesù, in un cammino personale e profondo. Ho avuto modo di conoscermi interiormente e di scoprire e far uscire fuori quei talenti che il Signore già da tempo aveva seminato nel mio cuore e che, a mia insaputa, custodivo dentro di me. Ogni giorno del campo è stato importante e l’ho vissuto in totale pienezza e libertà di cuore. Il Signore mi ha dato la possibilità di esprimere ciò che sono veramente, quella persona che Lui stesso ha plasmato, che io stessa non credevo di essere mai. Ogni attività che abbiamo svolto, dalle più semplici alle più intense, ogni singolo istante, ogni singolo abbraccio e sorriso ricevuto dagli altri, sapevo che era Gesù a donarmelo. Non ho sentito la mancanza della mia famiglia, perché in quei giorni Gesù mi chiamava a stare in quella famiglia che tutti chiamiamo Fraternità. Ogni animatore mi è stato madre e padre e ogni GdB mi è stato fratello e sorella. Mi sentivo a casa e non mi mancava nulla, perché Gesù è la mia pienezza di vita. Ho vissuto tutto con stupore, entusiasmo e fervore: l’unico mio desiderio era Gesù, vivere con Lui e per Lui. Gesù mi ha fatto capire quanto fossi importante per quel fratello o per quella sorella che mi metteva a fianco, di qualunque età. Ho conosciuto persone bellissime e stretto nuove amicizie, che mi hanno permesso di sperimentare concretamente l’amore di Dio. Ho compreso quanto sia importante e bello donarsi al prossimo, quanto faccia bene regalare gesti e parole di affetto, come un “ti voglio bene”, un abbraccio fraterno o il farsi sentire vicini. In questo campo, attraverso i GdB e gli animatori, ho fatto esperienza concreta e viva di Cristo. Ringrazio il Signore di avermi chiamata come Giovane di Betania a vivere questo cammino di fede. Ringrazio con tutto il mio cuore il Signore Gesù, per il dono della Fraternità nella mia vita.
Marica Turturo, 21 anni, GdB di Terlizzi
Riposo e amicizia per grandi e piccoli
La scorsa estate abbiamo partecipato per la prima volta al ritiro-vacanza, su invito di fra Gregorio, che ci conosce da tanti anni. Ci siamo iscritti sulla fiducia, senza ricercare troppe informazioni, perché arrivavamo da un periodo molto intenso e desideravamo solo un momento di riposo fraterno. È stato proprio così: un riposo pieno di relazioni vecchie e nuove, un incontro tra generazioni. Abbiamo ritrovato frati e suore dislocati nelle varie Fraternità, abbiamo pregato tanto in un tempo dilatato e dedicato al Signore, abbiamo ascoltato catechesi, cantato, ballato, fatto colloqui e confessioni, partecipato alle gite e alle scenette con i bimbi e fatto anche qualche tuffo in piscina. Tra le tante, la cosa forse più bella è stata ascoltare, nel tempo libero, le testimonianze spontanee di chi conosce la Fraternità dagli inizi e ne ha conservato inalterata l’affezione negli anni. Nostra figlia Chiara di 8 anni, infine, è stata felicissima, perché da sempre si sente a casa in ogni Fraternità e riesce ad essere veramente sé stessa, come di solito le capita solo in famiglia.
Le abbiamo chiesto se le fosse piaciuta la vacanza e ha risposto così:
“È stata bella, perché ho conosciuto anche nuovi amici e amiche. Mi è piaciuto vedere la scena di quando una delle amiche che ho conosciuto è caduta nella fontana. Mi è piaciuto vedere fra Gregorio ridere con fra Marco in una gita in cui sono stata con loro in pullman, perché fra Marco voleva dormire e quindi io dovevo cantargli delle ninnenanne. Mi è piaciuto quando hanno fatto la festa dove si ballava e si rideva a crepapelle.
Mi è piaciuto quando noi bambini abbiamo inventato le mosse di un balletto con Michi (ndR sor. Michela) e infine mi è piaciuto giocare con fra Matteo”.
Grazia e Domenico con Chiara Mastrandrea, Parma
La gioia della fraternità
Pur frequentando la Fraternità da tanti anni, non avevo mai partecipato al ritiro vacanze. Sin dal momento della partenza, ho avvertito una gioia dentro inaspettata. Lungo il tragitto, avevo l’impressione di andare a Terlizzi. Una sorpresa strana, un sapore particolare: percepivo la stessa gioia di quando avevo viaggiato, altre volte, verso la Casa Madre. Arrivata a Nocera Umbra, si è aggiunta la gioia di riabbracciare tanti fratelli e sorelle, provenienti dalle varie Fraternità. Le catechesi erano incentrate sul raggiungere la vera libertà, che è Cristo, nostra verità e vita, per conoscerlo meglio e servirlo. Mi sono tuffata in questa esperienza, proprio grazie a quella gioia iniziale che mi ero trovata dentro dall’inizio. È stato un ritiro unito al riposo, con svago, condivisione, agape. Ho riconosciuto il vero volto della Fraternità Francescana di Betania, il vero volto della Casa Madre. C’erano molte persone nuove e credo che, attraverso quei giorni insieme, anche chi non ha mai incontrato padre Pancrazio abbia potuto respirare la sua presenza, nel carisma che abbiamo vissuto a Nocera, uniti nell’amore fraterno. Per me è stata un’esperienza molto positiva: penso che la rifarò e, anzi, la sto già proponendo ad altri, perché io ho riscoperto qualcosa di splendido, la fraternità.
Silvana Barbieri, oblata della Fraternità di Cella